NEL SEGNO DELL'AMORE
Raccontare, a che vale?
Chi vuoi che ascolti più le mie parole?
Il tempo si è piegato su se stesso;
andare avanti che valore ha adesso?
Sul mio volto rivedo
ad una ad una tutte le finzioni;
assieme ai vecchi incanti e all'ironia
svendo i brandelli della mia allegria.
I più bei giorni della giovinezza,
il segno della gioia e dell'amore,
la fiamma che le guance ti accarezza,
li ho persi ad uno ad uno nel dolore.
La strada mia non so dove conduce,
è tutta un'irrisione la realtà;
il genio... una follia in cerca di luce,
e la mia vita solo vanità.
Ho perduto i momenti,
le notti che avvolgevo nelle stelle
i miei pensieri, la mia fantasia,
il primo orgoglio della mia poesia.
Consumato ho in silenzio
la rabbia del mio tempo che passava
e, nel rifiuto d'ogni compromesso,
ho fatto il vuoto attorno a me stesso.
Eppure ho dedicato ogni mio istante
al sogno chiaro della libertà,
e come un fiore ho coltivato dentro
un amore senza volto e senza età;
e giunto alla vendemmia della vita
so già che vino amaro ne trarrò
ma, mentre canto, ciò che più m'invita
è la coppa che per ultima berrò.