FERRARA
Ferrara, eri bianca, eri bianca di neve;
io pedalavo senza fare rumore;
una luce nei vicoli tremula e lieve
scendeva incantata in quella notte d'amore.
Ma era una notte d'amore perduto:
la mia giovinezza l'aveva scordato
sul fuoco di un'ansia inesausta infinita,
sul fuoco che incendia i sensi e la vita.
Ferrara, eri buona, eri culla di rose
negli anni più belli che il cielo mi diede;
eri specchio, eri danza, eri inno di spose,
eri quel che si prende e che mai non si chiede.
Ferrara, tu sei maledetta
per quel che ho smarrito, per quel che scordato,
per quel che mi hai preso facendoti bella
di luce e di neve in quella notte sorella!
Ferrara, tu sei maledetta
per quelle tue nebbie di cui m'hai vestito,
tu sei maledetta perché hai cominciato
a far battere in me un cuore piccolo e ingrato!
Ma se un cuore grande in me ancora mi sento,
con questa tua neve col gelido vento
che soffia al mio fianco, Ferrara, ti faccio
gioiello splendente, statua di ghiaccio.
Ma oggi con te voglio stringere un patto,
in questa mattina di avara bellezza:
tu rendimi intatto l'amore rubato
e io ti consacro la mia giovinezza.